I dati del rapporto annuale ISMEA
L’annuale rapporto ISMEA – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare sulla competitività dell’agroalimentare italiano indica come nel mondo la quota di mercato italiana sia in contrazione, al pari di molti altri big: Paesi Bassi, Francia, Spagna, Belgio, Canada, Regno Unito. Stabile la quota di Stati Uniti e Germania, mentre nell’ultimo decennio risulta in crescita quella di Brasile, Cina, Argentina, India, Thailandia, così come quella di molti paesi dell’Est europeo, della Russia e della Turchia; questi ultimi, pur avendo quote relativamente piccole, si stanno dimostrando molto dinamici. Ma veniamo all’Italia.
Nel 2013 l’Italia ha esportato prodotti agroalimentari (una categoria che oltre a frutta e ortaggi comprende molte altre categorie come carni, latticini, commodities e molto altro) per 33,333 miliardi di euro, coprendo il 3% della quota mondiale e attestandosi al 10 posto nel ranking mondiale. Rispetto all’anno precedente le esportazioni sono cresciute del 4,7% registrando così un rallentamento del tasso di crescita: rispetto all’anno precedente il tasso di crescita delle esportazioni era stato di un +5,6% nel 2012 e di un +8,3% nel 2011.
Al quarto posto tra i prodotti agroalimentari italiani maggiormente esportati figurano le preparazioni di ortaggi, legumi e frutta. Valgono 2,918 miliardi di euro e coprono l’8,8% del valore totale. Rispetto all’anno precedente si registra un +2,5%, più o meno in linea con gli anni precedenti: si è notata una crescita media del 4,2% e del 4,3% considerando rispettivamente gli ultimi 5 e gli ultimi 10 anni. In fatto di conserve di ortaggi, legumi e frutta l’Italia è uno dei più importanti esportatori a livello mondiale. Sul mercato statunitense, principale importatore mondiale, nel 2013 l’Italia aveva una quota dell’1,5%. Quote poi dell’1,8% e del 4,4% rispettivamente in Canada e in Giappone. In tutti e 3 questi paesi si è registrata una crescita, ma lo spazio di manovra è limitato a causa della forte concorrenza nel settore, in primis da parte della Cina, leader di mercato e che negli ultimi anni ha registrato una grossa crescita nell’export. In Europa pesa invece la concorrenza di Paesi Bassi, Belgio e Spagna (che si è fatta largo in Francia e in Regno Unito).