Pomodoro da industria: obbligo di origine in etichetta per i derivati pomodoro

Grande soddisfazione dell’ANICAV per la pubblicazione del decreto del MiPAAF sull’ introduzione dell’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine dei derivati del pomodoro

L’ANICAV esprime piena soddisfazione per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole concernente l’introduzione in etichetta dell’obbligo di indicazione dell’origine dei derivati del pomodoro.

“Esprimiamo grande apprezzamento per la pubblicazione del Decreto sull’etichettatura obbligatoria di origine dei derivati del pomodoro. – dichiara Antonio Ferraioli, Presidente di ANICAV – Confidiamo che questo possa porre un argine alle speculazioni sterili e strumentali che la nostra industria ha subito e continua a subire e garantire al consumatore la massima trasparenza, pur nella consapevolezza che sarà necessaria un’omogeneizzazione tra la regolamentazione nazionale e quella comunitaria per evitare che la norma abbia un’efficacia limitata soltanto al territorio italiano, come già avviene per la passata di pomodoro”

“Il Decreto – dichiara Giovanni De Angelis, Direttore Generale di ANICAV – si applicherà in via sperimentale fino al 2020 e perderà efficacia in caso di adozione, da parte della Commissione Europea, dei provvedimenti esecutivi ai sensi del regolamento (UE) n. 1169/2011, sui quali la Commissione a gennaio ha finalmente aperto la procedura di consultazione pubblica, avviando di fatto l’iter per l’emanazione dei regolamenti esecutivi. Auspichiamo, pertanto, una rapida adozione di tali provvedimenti, al fine di evitare la sovrapposizione di norme che potrebbe creare problemi alle nostre aziende.”

Il comparto in numeri: L’industria italiana della trasformazione del pomodoro ha chiuso il 2017 con un fatturato di 3 miliardi di Euro e, con oltre 5,2 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato, rappresenta il 14% di tutta la produzione mondiale e il 47% del trasformato UE. Le aziende di trasformazione che operano in questo settore sono 115. Del comparto fanno parte circa 12.000 lavoratori fissi e 25.000 lavoratori stagionali. A questi va aggiunta la manodopera impegnata nell’indotto (officine meccaniche, imballaggi, distribuzione e logistica, case sementiere, vivai). La forte caratterizzazione internazionale del comparto è confermata dal fatto che oltre il 50% delle produzioni è destinato al mercato delle esportazioni, sia verso l’Europa che verso gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia. Nel 2017 l’export ha raggiunto 1,6 Miliardi di €. L’Italia è da sempre il primo trasformatore al mondo di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore finale.